LA “CASTA MERETRIX” – METTETEVELO BENE IN TESTA: LA CHIESA È SANTA!

I fatti di “cronaca interna” – chiamiamoli così – che stanno interessando la vita della chiesa in questi ultimi giorni, hanno dato ad alcuni il pretesto per rispolverare il vecchio “dogma mondano” della Chiesa santa e peccatrice e, da buona Madre, in silenzio, la Chiesa ancora una volta si è prestata a essere caricata di ogni debito e di ogni colpa.

Quello che più mi lascia perplesso è il fatto che anche a molti cristiani piace “difendere” l’idea di una Chiesa peccatrice (clero incluso).

C’è proprio, da parte di certuni il prurito di voler apparire audaci paladini di una nuova teologia, finalmente esatta: è mai possibile che si sia dovuto attendere i secoli XX e XXI per ristabilire la Chiesa nella sua verità?

Sembrerà una sciocchezza ma la Chiesa ultimamente è stata scippata persino della maiuscola iniziale per offrirla generosamente ai vari Consigli – Pastorale, Presbiterale, degli Affari Economici – alle Settimane Sociali, al Dizionario di Teologia Pastorale.

Eppure da sempre si è parlato di Chiesa santa tanto è vero che nessuna delle professioni di fede ha mai proposto di credere in una Chiesa peccatrice. Nelle forme più antiche del Simbolo Apostolico la Chiesa è definita solamente come “santa”; bisognerà attendere il Simbolo niceno-costantinopolitano (quello che si recita normalmente alla Messa festiva) per avere le quattro note classiche dell’unità, della santità, della cattolicità e dell’apostolicità.

Perché mai allora ostinarsi a voler macchiare di colpe la Chiesa quando invece è da lei che ci viene offerta la cancellazione delle colpe che Cristo ci ha guadagnato con il suo Sangue?

Quale, dunque, la verità su questa “sposa” che Cristo ha amato così tanto da dare “se stesso per lei per renderla santa” (Ef 5, 25-26)? E’ solo per fare sfoggio di “generi letterari” che San Pietro parla di “nazione santa, stirpe eletta” (cfr. 1Pt 2, ), oppure queste espressioni hanno un senso ben più profondo?

Che dire poi di quel noto passo della Lettera di San Paolo agli Efesini (3, 21) in cui l’Apostolo scrive: “A Dio Padre la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni”, nominando insieme Cristo e la Chiesa quasi fossero entità equivalenti?

Si potrebbero porre molti altri interrogativi, ma certamente qualcuno sarà già pronto a citarmi il famoso passo in cui S. Ambrogio definisce la Chiesa “casta meretrix”, senza forse aver mai fatto la fatica di andarlo a leggere per intero, collocandolo nel giusto contesto. (I miei prof. del liceo insistevano: testa, testo, contesto!). Diversamente c’è il rischio di fare come quel tale che volendo raccogliere alcune perle di Vangelo si ritrovò con questa sequenza di citazioni: “Giuda andò ad impiccarsi”, “Va’ e anche tu fa’ lo stesso”.

Tornando al Santo Vescovo Ambrogio, è commentando il capitolo terzo del Vangelo secondo Luca, che spiega che la Chiesa é “meretrice casta perché molti amanti la frequentano per le attrattive dell’amore ma senza la contaminazione della colpa, è vedova sterile perché in assenza del marito non sa generare, ma poi il marito è giunto e così ella ha generato questo popolo, è vergine feconda perché ha partorito questa moltitudine come frutto del suo amore, non però per intento di concupiscenza”. Infine, continua Ambrogio, la Chiesa è “amante plebeia”, cioè amante pubblica per sottolineare che le sue attenzioni non sono per un’elite ma per tutti senza distinzione.

Dunque, occorre concludere che “casta meretrix” non vuole significare qualcosa di peccaminoso, quanto piuttosto l’esatto contrario, vale a dire la perfetta santità della Chiesa che, in quanto “casta”, aderisce totalmente al Cristo suo Sposo e in quanto “meretrix”, vuole raggiungere tutti, si offre a tutti per portare tutti a salvezza. Meretrix non perché peccatrice, ma perché si dà ad ogni uomo.

Quanto più ci allontaniamo dalla Chiesa venendo meno nella fede, di conseguenza si corrompe la vita morale, precipitando sempre più in basso. Non in sé, ma in noi la Chiesa è ferita. Perché, dunque, voler presentare ad ogni costo come colpe della Madre le miserie di alcuni suoi figli?

La Chiesa, sposa di Cristo, non ha bisogno di intonare alcun “mea culpa”, noi invece sì. Questo lo spiegò bene San Giovanni Paolo II la domenica 12 marzo 2000 quando chiese perdono per le colpe dei figli della Chiesa lungo la storia e lo fece con queste parole: “La Chiesa è santa perché il Cristo ne è il Capo e lo Sposo, lo Spirito Santo ne è l’anima vivificante, la Vergine Maria e i Santi ne sono la manifestazione più autentica. I figli della Chiesa tuttavia conoscono l’esperienza del peccato, le cui ombre si riflettono su di essa oscurandone la bellezza”.

Sicché, come dice bene il Concilio Vaticano II, “la Chiesa è in defettibilmente santa”. Dice questo nella costituzione dogmatica Lumen Gentium, al numero 39. Poco prima aveva detto che “mentre Cristo era santo, innocente e immacolato e non conobbe peccato, ma venne per espiare i soli peccati del popolo, la Chiesa invece comprende nel suo seno i peccatori, è santa e insieme ha bisogno di purificazione, incessantemente perciò si dà alla penitenza e al rinnovamento” (LG, 8).

Ecco perché ciò di cui c’è bisogno è una rinnovata fedeltà alla Chiesa sposa del Cristo sposo. Prima che un problema di morale è un problema di fede. Se ci troviamo in questa dolorosa situazione è proprio perché è venuta meno la fede, anche in coloro che sono costituiti pastori e maestri del popolo di Dio.

Signore, aumenta la nostra fede.

 

One thought on “LA “CASTA MERETRIX” – METTETEVELO BENE IN TESTA: LA CHIESA È SANTA!

  1. Una è la Chiesa. Non c’è una chiesa nuova o una nuova chiesa. La Chiesa è Una perchè Uno è il Cristo. La nostra missione è vivere questo Avvenimento nel Cristo e per il Cristo. Siamo chiamati ad entrare nella Divina Presenza, manifestazione della Comunione dei Santi.
    Qual’è il mio nome? “Il mio nome è Cristiano. Il mio cognome è Cattolico”.
    Ho gli occhi in alto, guardo il Cielo e sulla terra piango per noi cristiani, per noi uomini di Chiesa…come San Silvano del Monte Athos.

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