Dalla «Meditazione alla nona stazione della Via Crucis» del beato Teresio Olivelli, martire
La disponibilità al sacrificio di sé.
Il sacrificio sta per essere consumato, il dramma divino sta per chiudersi, il calvario è vicino. Su per l’erta faticosa il Pellegrino dell’amore porta la croce, porta su di sé l’umanità colpevole al colle della redenzione. Il cammino è selciato d’asprezza infinita, l’aria è satura d’odio, pregna d’ingratitudine. Gesù Cristo che è la Verità e la Vita, Colui che è Figlio Unigenito del Padre umiliatosi fino a farsi uomo, obbediente fino alla morte in croce, fa olocausto della propria vita per vivificare l’umanità morta, che giace nell’ombra di morte.
L’umanità, inconscia del mistero, ostile al suo Salvatore, lo ha tradito, venduto, abbandonato, rinnegato, ricoperto di scherni e di sangue. Ma egli sa che quella croce è segno di contraddizione, segno d’immensa invidia e di pietà profonda. Sa che il suo sangue, effuso fino all’ultima stilla, sarà per molti segno di gloria. Gesù spinge lo sguardo nella vita della sua Chiesa, che è la sua vita: in essa il calvario si perpetuerà misticamente. Molti lo calpesteranno perché non lo conoscono, lo odieranno perché non lo comprendono. Eppure egli sale il calvario per tutti.
Gesù è triste fino alla morte. E le pene sommergono l’uomo dei dolori, la croce lo prostra. Il divino portatore cade: per la terza volta. Non l’affronto dei pretoriani, non le piaghe dei flagelli, non la corona spinosa e il manto scarlatto della buffa regalità, lo accasciano, ma l’affronto dell’ingratitudine umana, il flagello dell’odio perverso che lungo i secoli si scaglierà contro di Lui, Amore sostanziale che si sacrifica e si consuma per le sue creature insensibili al suo amore. Ma la nostra iniquità, o Signore pietoso, non spegne ne argina il tuo amore: «le grandi acque non potranno spegnere l’amore». Anzi lo ingigantisce: perché «l’amore è forte come la morte» (Ct 8, 6-7).
Chi seguiremo noi, o Signore Gesù, se non te? Tu solo hai parole di vita eterna! Prendo la mia croce e ti seguo. Chi ti fugge ti avversa, perché chi non è con te è contro di te. Noi correremo dietro a te, o Signore, nella scia profumata della tua soavità. Scuoti la nostra indolenza con gli spasimi dei tuoi patimenti, muta la riluttanza in entusiasmo, brucia le nostre miserie nel tuo amore, feconda il nostro cuore sterile col calore della tua grazia. Fa che il deserto del nostro cuore fiorisca della tua vita.
Vogliamo vivere con te, Signore Gesù, soffrire con te, crocifiggerci con te, a noi stessi e al mondo, morire come te, per vivere e far vivere. Anch’io, coi miei peccati, ho dato mano a flagellarti, a incoronarti di spine, a farti stramazzare, a crocifiggerti. Ma il tuo sguardo è un invito: invito dell’Amore, invito all’amore. Amore che purifica, che redime, che indica.
Signore Gesù «tu mi hai rapito il cuore, con un solo tuo sguardo tu mi hai rapito il cuore» (Ct 4,9). Tu mi tendi le tue braccia per stringermi in un amplesso fraterno, tu che volesti «assimilarti ai fratelli, primogenito fra molti fratelli» (Rm 8, 29). E le tue braccia, espanse e confitte sul patibolo, mi hanno raggiunto e catturato. Invano opposi la barriera dei miei peccati. Il tuo amore la infranse, la sommerse il tuo sangue che ancora ogni giorno rifluisce prodigiosamente nel calice salutare elevato al Padre tuo sui mistici, ma reali calvari dell’altare.
Il tuo categorico amore, che ti spinse a sacrificarti per me, fa nascere in me un amore nuovo, puro, sereno, inestinguibile che mi fa considerare il martirio per te, l’immolazione per i fratelli.
Io ho bisogno di te, o Cristo. Fammi consapevole e grato del tuo sacrificio per me, inconcusso nel crederlo, ardente e generoso nell’imitarlo. Signore mio e Dio mio, tu «mi hai amato e hai dato te stesso per me» (cf. Gal 2, 20). Anch’io dunque voglio amarti e sacrificarmi per te.
(P. Rizzi, L’amore che tutto vince, vita ed eroismo cristiano di Teresio Olivelli, Città del Vaticano 2004, pp. 190-192)
La Croce c’e’ ma e’ del Risorto…. Cosi pure per noi… La croce nella vita c’e’ ma Gesu ci assicura che si risorge. La fede la vita con fede in Gesu’ e con carita’ costa e c’ e’croce ma ne viene la salvezza. Dal Crocifisso Risorto nasce la speranza..Coraggio..la morte e il dolore non sono ultimi. Ave Maria e avanti ascolta radioMaria
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