Cosa significa fare la Comunione spirituale e come farla

San Giovanni della Croce osserva acutamente che “l’anima vive più dove ama che dove vive”. Se è vero che ricevere sacramentalmente Gesù rimane un dono gratuito, è ugualmente vero che il desiderio intenso di essere uniti a lui è anch’esso fonte efficace di comunione.

Nell’impossibilità per molti di accedere, in questo tempo di pandemia, alla Comunione eucaristica, si tratta di riscoprire e vivere il dono della Comunione spirituale.

Dove nasce la Comunione spirituale? Possiamo dire dalla promessa stessa di Gesù: “se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23). San Pietro che aveva ben compreso la possibilità di unirsi intimamente al Signore, scrive: “adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori” (1 Pt 3,15).

La Comunione spirituale suppone, dunque, tanto come quella sacramentale, la fede nella Presenza Reale di Gesù nella Ss. Eucaristia e porta con sé il desiderio della Comunione sacramentale.

Gli effetti che essa produce nell’anima sono gli stessi della Comunione sacramentale a seconda delle disposizioni con cui la si fa, della maggiore o minore carica di devozione sincera con cui si desidera Gesù, dell’amore con cui lo si riceve Gesù e ci si intrattiene con Lui. Certamente non può portare frutto se l’anima non è in grazia di Dio.

Scrive Benedetto XVI nell’esortazione post-sinodale Sacramentum Caritatis al n. 55:

Senza dubbio, la piena partecipazione all’Eucaristia si ha quando ci si accosta anche personalmente all’altare per ricevere la Comunione. Tuttavia, si deve fare attenzione a che questa giusta affermazione non introduca un certo automatismo tra i fedeli, quasi che per il solo fatto di trovarsi in chiesa durante la liturgia si abbia il diritto o forse anche il dovere di accostarsi alla Mensa eucaristica. Anche quando non è possibile accostarsi alla comunione sacramentale, la partecipazione alla santa Messa rimane necessaria, valida, significativa e fruttuosa. È bene in queste circostanze coltivare il desiderio della piena unione con Cristo con la pratica, ad esempio, della comunione spirituale, ricordata da Giovanni Paolo II e raccomandata da Santi maestri di vita spirituale.

Il rimando al magistero di Giovanni Paolo II è – in particolare – a un numero dell’enciclica Ecclesia de Eucharistia, in cui si dice:

L’Eucaristia appare dunque come culmine di tutti i Sacramenti nel portare a perfezione la comunione con Dio Padre mediante l’identificazione col Figlio Unigenito per opera dello Spirito Santo. Con acutezza di fede esprimeva questa verità un insigne scrittore della tradizione bizantina: nell’Eucaristia, «a preferenza di ogni altro sacramento, il mistero [della comunione] è così perfetto da condurre all’apice di tutti i beni: qui è l’ultimo termine di ogni umano desiderio, perché qui conseguiamo Dio e Dio si congiunge a noi con l’unione più perfetta». Proprio per questo è opportuno coltivare nell’animo il costante desiderio del Sacramento eucaristico. È nata di qui la pratica della « comunione spirituale », felicemente invalsa da secoli nella Chiesa e raccomandata da Santi maestri di vita spirituale. (n. 34).

Parlando poi della Beata Vergine Maria, al n. 56, Giovanni Paolo II  definisce la preparazione di Maria al Calvario come una “comunione spirituale”: “Preparandosi giorno per giorno al Calvario, Maria vive una sorta di « Eucaristia anticipata », si direbbe una « comunione spirituale » di desiderio e di offerta, che avrà il suo compimento nell’unione col Figlio nella passione, e si esprimerà poi, nel periodo post-pasquale, nella sua partecipazione alla Celebrazione eucaristica, presieduta dagli Apostoli, quale « memoriale » della passione”.

La Comunione spirituale ci permette di restare uniti a Gesù, sebbene lontani dalla sua dimora. L’avevamo forse fin troppo dimenticata e trascurata. Ad una sua figlia spirituale, Padre Pio offriva questa indicazione pratica:

“Nel corso del giorno, quando non ti è permesso di fare altro, chiama Gesù, anche in mezzo a tutte le tue occupazioni, con gemito rassegnato dell’anima, ed egli verrà e resterà sempre unito con la anima mediante la sua grazia e il suo santo amore. Vola con lo spirito dinanzi al Tabernacolo, quando non ci puoi andare col corpo, e là sfoga le ardenti brame ed abbraccia il Diletto delle anime meglio che se ti fosse dato di riceverlo sacramentalmente”.

La comunione spirituale ci permette di rimanere ininterrottamente alla presenza del Signore. Non è semplicemente una pratica di “supplenza” che appenderemo al chiodo non appena sarà cessato – preghiamo che avvenga al più presto – questo tempo di quarantena. La riscopriamo ora per non abbandonarla più.

San Leonardo da Porto Maurizio – convinto ed efficace propagatore della pia pratica della Via Crucis – amava ripetere: “Se voi praticate parecchie volte al giorno il santo esercizio della Comunione spirituale, vi do un mese di tempo per vedere il vostro cuore tutto cambiato”.

La parola ultima la cedo alla grande Santa Teresa d’Avila, offrendovi questo ampio stralcio dal capitolo 35 del Cammino di perfezione. È una perla di grandissimo valore!

Mi sono assai dilungata su questo argomento, anche se già avevo parlato circa l’orazione di raccoglimento, della grande importanza di ritirarci nel nostro intimo per ritrovarci sole con Dio, essendo cosa assai importante. Anche quando non riceverete la comunione, ascoltando la Messa, potete comunicarvi spiritualmente e raccogliervi poi nel vostro intimo, il che è di grandissimo profitto; così, infatti, s’imprime nel cuore un profondo amore di nostro Signore. Dal momento in cui ci prepariamo a riceverlo egli non cessa mai di farci doni in molti modi che ci sono ignoti. È come avvicinarci al fuoco che, sia pur molto grande, se ne state lontano e nascondete le mani, non riuscirà a riscaldarvi molto, anche se vi darà sempre molto più caldo che non se foste dove esso manca. Ben diverso è volersi accostare al Signore, perché se l’anima è ben disposta – intendo dire se ha il desiderio di togliersi il freddo di dosso – e se resta lì un momento, di calore ne avrà per molte ore.

Badate inoltre, sorelle, che se al principio non vi trovaste tanto bene –, cosa probabile, perché il demonio, conoscendo il gran danno che gliene viene, vi darà strette e angosce di cuore, facendovi credere che troverete più devozione in altre pratiche che non in questa –, non abbandonate tale metodo: in esso il Signore metterà a prova l’amore che gli portate. Ricordatevi che vi sono poche anime che l’accompagnano e lo seguono nei patimenti; soffriamo qualcosa per lui ed egli ce lo pagherà. Ricordate anche che vi saranno perfino anime le quali non solo non vogliono stare con lui, ma lo cacciano scortesemente da sé. Dobbiamo dunque soffrire un po’ per dimostrargli il desiderio che abbiamo di vederlo. E poiché egli soffre e soffrirà sempre tutto, pur di trovare una sola anima che lo accolga e lo trattenga in sé con amore, fate che sia la vostra! Se infatti non ve ne fosse alcuna, a buon diritto l’eterno Padre non gli permetterebbe di restare con noi. Ma egli è così amico dei suoi amici e così buon padrone dei suoi servi che, vedendo il desiderio del suo Figlio divino, non lo distoglierà mai da un’opera così divina, nella quale dimostra con tanta perfezione l’amore che nutre per suo Padre.

 

P.S. La Comunione spirituale può essere fatta ovunque, anche se per godere frutti più abbondanti è necessario un certo raccoglimento e stabilire una vera comunione di pensieri e di affetti col Signore. Due preghiere

Quella più conosciuta e utilizzata è quella di Sant’Alfonso Maria de Liguori:

Gesù mio, credo che Tu sei nel Santissimo Sacramento.
Ti amo sopra ogni cosa e Ti desidero nell’anima mia.
Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente,
vieni almeno spiritualmente nel mio cuore.
[breve pausa in cui unirsi a Gesù]
Come già venuto, io Ti abbraccio
e tutto mi unisco a Te;
non permettere che io mi abbia mai a separare da Te.

 

In questi giorni Papa Francesco ha ripreso un’altra antica preghiera attribuita al Card. Merry del Val:

Ai tuoi piedi, o mio Gesù, mi prostro
e ti offro il pentimento del mio cuore contrito
che si abissa nel suo nulla
e nella Tua santa presenza.
Ti adoro nel Sacramento del Tuo amore,
desidero riceverti nella povera dimora
che ti offre il mio cuore.
In attesa della felicità della comunione sacramentale,
voglio possederti in spirito.
Vieni a me, o mio Gesù, che io venga da Te.
Possa il Tuo amore infiammare tutto il mio essere,
per la vita e per la morte.
Credo in Te, spero in Te, Ti amo. Così sia.

2 pensieri riguardo “Cosa significa fare la Comunione spirituale e come farla

  1. Ricevuto da Carla Borri Sommi , grazie Don Paolo, sperando di poter riprendere presto incontri di preghiera 🙏 🙏🙏🙏

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