Nel rosario c’è tutto il cristianesimo

Correva l’anno 1945 quando il grande teologo Romano Guardini prendeva atto del fatto che una devozione antica quale il Rosario, particolarmente cara al popolo cristiano, era incappata in una sorta di malintesi e di abusi. Da un lato le accuse di chi ne denunciava la recita affrettata ed esteriore, già denunciata e condannata sia da Gesù (non moltiplicate le parole) sia dal profeta Isaia (questo popolo mi onora con le labbra, ma il cuore è lontano); dall’altro le molte esagerazioni di coloro che raccomandandone la pratica sembravano talvolta perdere ogni misura nel farne l’elogio.

Le esagerazioni sono un guaio, ma non devono turbare e non è il caso di reagire con una repulsione altrettanto poco intelligente. Quanto all’abuso, lungi dal volerlo difendere, non può costituire un’obiezione fondata contro l’uso.

C’è forse qualcosa di nobile che si salvi dall’abuso? Non possiamo però dimenticare che questa preghiera è in uso nella cristianità da molti secoli. Innumerevoli cristiani e santi se ne sono serviti e l’hanno amata. Saranno stati tutti sciocchi? Sarebbe cristiano un tale giudizio?

Non si comprende la preghiera del Rosario senza comprendere chi è Maria e Maria non la si conosce al di fuori del suo sì. La preghiera del Rosario è diretta a Maria e la contempla da tutti i punti di vista; in essa noi viviamo nella sfera della vita di Maria il cui contenuto fu Cristo. Così, in ultima analisi, il Rosario è una preghiera al Cristo.

Tutta la vita di Maria si concentra intorno al suo sì e da qui si dispiega sia a ritroso che in avanti. Questo sì è lo stesso che l’accompagna in ogni momento della sua esistenza, illumina ogni svolta della sua vita, dà ad ogni situazione il suo giusto significato. Il suo sì dà senso ad ogni momento, ad ogni gesto, ad ogni preghiera della Madre del Signore. Qual è la natura di un sì? Questa è la natura di un sì: lega chi lo pronuncia, ma insieme gli concede piena libertà di realizzazione. Ogni rinuncia fatta in nome dell’amore risulta feconda. Attraverso una rinuncia a tutte le sue possibilità, Maria ne ottiene una realizzazione che va oltre le sue possibili attese: diventa la Madre del Signore.

Di fronte al sì di Maria non vogliamo restare spettatori, ma vogliamo entrarvi. Maria dicendo il suo sì non stipula con Dio un contratto (do ut des), ma desidera solo essere ammessa nella Grazia. Non conosce calcolo. Il posto che sceglie per sé è quello dell’ancella così umile da preferire sempre quello che le viene offerto. Questo ci fa capire che la permanenza nel sì non è percepita come un carcere, ma al contrario come una forma di liberazione.

Nella preghiera del Rosario c’è tutto questo, c’è dentro tutto il cristianesimo. Nel Rosario c’è nascosto un mondo, c’è il massimo di densità, l’intensità massima della dottrina della fede, ci sono dentro tutti i misteri della vita del Cristo, c’è dentro anche tutta la nostra gioia e il nostro dolore che insieme entrano nella gloria di Dio. Si comincia con l’umile stupore di Maria davanti all’Arcangelo Gabriele e si finisce con la sua incoronazione a Regina nella gloria degli angeli e dei santi. Il Rosario va dallo stupore al meraviglioso. In mezzo scorre la vita, la nostra vita di figli di Dio.

One thought on “Nel rosario c’è tutto il cristianesimo

  1. “Oh Rosario benedetto di Maria; Catena dolce che ci rannodi a Dio; Vincolo di amore che ci unisci agli Angeli; Torre di salvezza negli assalti d’inferno”, diceva il beato Bartolo Longo!
    Il Santo Rosario è il breviario del popolo e Dio solo sa quante grazie ci concede per mezzo di questa recita prediletta, purchè fatta col cuore e con fede coerente.
    La preghiera parolaia è vuota e sterile mentre voler contemplare per amore (è questo che facciamo ad ogni mistero), anche facendo fatica e a volte non senza distrazioni, non resta mai senza frutto…

    Maria Santissima delle Milizie, Regina delle Vittorie, Madonna del Santo Rosario prega per tutti noi!

    Sempre grazie, don Paolo.

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